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Matematica e scienza della conservazione delle opere d'arte. I modelli matematici al servizio della cultura del restauro

L'applicazione della matematica nei differenti settori della conservazione: esempi e potenzialità

speaker: Lorenzo Appolonia (RAVdA, Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali)

abstract: Lorenzo APPOLONIA°, Laura MOLTEDO ° Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta, Laboratorio Analisi Scientifiche IAC-CNR, Roma

L’attività svolta nell’arco di dodici anni di collaborazione con settori matematici da parte di questa Amministrazione ha messo in evidenza la grande potenzialità che l’elaborazione matematica può avere nel settore della conservazione del patrimonio culturale, ma anche l’approccio spesso banale in cui la disciplina matematica viene coinvolta. Questo ultimo fattore è senza dubbio dovuto alla distanza concettuale esistente fra il mondo umanistico e quello matematico, distanza che mostra come la scarsa conoscenza delle potenzialità e necessità, da parte di entrambi i settori, venga spesso incanalata nella produzione di strumenti più di interesse didattico descrittivo che conservativo. Quanto detto meriterebbe una più dilungata spiegazione al fine di evitare equivoci, ma è sintetizzabile nella verifica di quanti database siano stati prodotti in questi ultimi anni e di come poco questi siano utilizzabili in modo rapido ed efficace per un adeguato e aggiornato monitoraggio delle condizioni di conservazione. Il risultato del progetto “Conoscenza per Immagini” concluso nel 1996, metteva già in evidenza buona parte di queste problematiche. Il progetto, infatti, raccoglieva l’insieme delle possibilità che spaziavano dalla ricostruzione 3D, alle valutazioni colorimetriche fotorealistiche, al tentativo di identificare tipologie di degrado tramite l’elaborazione delle immagini. L’evoluzione avvenuta negli anni che hanno seguito il grosso interessamento nato con “Conoscenza per Immagini”, ha portato questa amministrazione a valutare la possibilità di utilizzare le varie proposte non solo per il loro aspetto didattico o di catalogazione, ma per vere e proprie valutazioni dello stato di conservazione grazie all’apporto di alcune applicazioni di tipo matematico. L’accordo fra CNR e Regione Autonoma V.d.A., avvenuto alla fine del 1996, ha di fatto permesso la predisposizione di contratti su specifici temi di studio che hanno riguardato anche settori molto particolari, come per esempio la modellistica per l’acquisizione rilassometrica NMR di sistemi porosi, come le rocce utilizzate per i monumenti. Una evoluzione, tuttavia, si è avuta con la volontà di utilizzare alcuni degli strumenti più in uso, come i database o le ricostruzioni 3D, non solo per la loro valenza di documentazione, ma anche come veri e propri strumenti di lavoro finalizzati alla conservazione. L’impiego di database capaci di incrociare i dati in essi presenti e finalizzarli a mappature del degrado e alla predisposizione diretta di capitolati d’appalto, si ulteriormente arricchita di strumenti per la gestione dell’intervento conservativo finalizzati ad una adeguata sorveglianza conservativa. Questo tipo di approccio ha trovato ulteriori sviluppi nel progetto denominato SIINDA (Sistemi Informatici Innovativi Diagnostica Assistita) finanziato all’interno del PNR PARNASO e nel quale quasi tutte le attività relative all’acquisizione di informazioni, di dati analitici di variabili cromatiche, di variabili geometriche e dei parametri climatico ambientali, venivano raccolti in modo ragionato e utilizzati per la valutazione del degrado e la sua variazione rispetto alla variabile temporale, il tutto finalizzato ad avere a disposizione uno strumento di monitoraggio che fosse il più continuo possibile e fornisse i dati necessaria alla programmazione degli interventi e alla loro migliore conservazione. La potenzialità dell’apporto matematico al settore della conservazione è vista, a seguito dell’esperienza maturata da questa Amministrazione, finalizzata ad ottenere quello che potrebbe definirsi un sistema esperto, ovvero un software capace di fornire indicazioni di massima sulle necessità conservative di un opera o di un monumento e, di conseguenza, permettere la programmazione degli interventi di manutenzione, armonizzando investimenti con necessità e riducendo gli interventi di restauro, considerati a ragione molto più invasivi e pericolosi per l’opera d’arte. Un sistema capace di mettere in relazione la grande quantità di variabili che influenzano la conservazione di un manufatto in un ambiente, sia esso museale e sia urbano, è, tuttavia, cosa tutt’altro che banale e richiede la predisposizione di modellistica specifica e attualmente non esistente. Su questa linea si sono concentrati gli studi sull’avanzamento di particolari fenomeni di degrado come per esempio quelli dovuti all’aggressività chimica, i quali si sono sviluppati con studi che hanno riguardato per esempio le cinetiche di evoluzione di solfatazioni o nitrificazioni e la possibilità di avere dei modelli matematici adeguati a descrivere questo tipo di fenomeno e la sua penetrazione nel sistema poroso delle rocce. La strada dell’interazione fra matematica e conservazione, a nostro avviso, deve tenere in considerazione le capacità di elaborazione delle miriadi di dati disponibili e individuare quei parametri capaci di descrivere le varie fasi di degrado, cercando di ottimizzare il grande sforzo operativo da anni effettuato dagli esperti scientifici del settore. Questa integrazione deve superare l’attuale approccio che prevede misure analitiche capaci di fornire informazioni solo su un momento della vita del manufatto, informazioni che sovente finiscono nel dimenticatoio di un archivio, vanificando così il valore dei dati acquisiti e la loro fruizione nei modelli matematici predisposti per una migliore conservazione del nostro patrimonio culturale.


timetable:
Mon 2 Apr, 14:20 - 14:40, Aula Dini
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