abstract: I geometri greci studiarono le proprietà focali della parabola nell'àmbito della teoria degli specchi ustori. Il trattato di Diocle, pervenutoci in buona parte solo in traduzione araba, ne contiene una trattazione completa; la tradizione riporta anche raffinamenti posteriori della dimostrazione, e metodi per costruire per punti una superficie riflettente che approssimi quella parabolica. Meno noti sono gli studi sull'aberrazione sferica e sulle proprietà focali dell'ellisse. Una prima discussione delle proprietà focali degli specchi sferici, insufficiente, si trova nella Catottrica attribuita ad Euclide. La questione viene ripresa da Diocle nella stessa opera in cui questi risolve il problema delle proprietà focali della parabola, ed in séguito da altri autori, tra cui il cosiddetto Anonimo Bobbiense ed autori greci pervenutici solo in traduzione araba. L'intervento presenta una sintesi dell'evoluzione del campo di ricerca da Euclide a Diocle ad Antemio di Tralle, soffermandosi su alcuni aspetti tecnici (dimostrazione delle proprità focali esatte della parabola, discussione di alcune specificità dell'aberrazione sferica), e mette in rilievo certe peculiarità dell'approccio dei geometri greci al problema. Tra l'altro, sarà esposto un motivo semplice per cui la ben nota storiella degli specchi ustori archimedei non può che essere priva di fondamento.