abstract: "Lei e' un matematico? l'ammiro proprio sa? io di matematica non ho mai capito niente!"
La prima volta che noi matematici sentiamo pronunciare questa frase, di solito quando siamo in tenera eta', ne rimaniamo colpiti; ci sembra una tragedia, e ci affanniamo a spiegare che no, e' un preconcetto, che la matematica e' meravigliosa, meta' arte meta' scienza, e' tutta colpa di cattivi insegnanti, di programmi noiosi, eccetera. Ma, notoriamente, la tragedia che si ripete diventa farsa, e alla centesima signora in pelliccia che ci ripete quell'identica frase rispondiamo, stremati: "Neanch'io".
Ma non bisogna scoraggiarsi. E' vero che le matematica e' circondata e quasi soffocata dal luogo comune; il muro che in tutte le scienze divide i profani dagli esperti nel nostro caso e' particolarmente alto. Cosi', dal di fuori non si riesce a intravedere neanche un pezzetto dei fantastici castelli e delle splendide citta' edificate in silenzio da matematici grandi e piccoli dentro il loro ghetto-paradiso.
Parliamone. Vorrei tentare una piacevole chiacchierata sulla estesa mitologia che circonda la matematica. Spesso si tratta di pure e semplici calunnie; talvolta invece i luoghi comuni e gli aneddoti ci rivelano qualcosa di interessante sulla matematica, e sul rapporto dei matematici con il mondo: come "loro" vedono "noi", e come "noi" vediamo "loro". Proviamo a fare un buchino nel muro?