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Matematica, Cultura e Società 2006

seminar: Protesi di mano cibernetiche: implicazioni scientifiche, ingegneristiche ed etiche

speaker: Maria Chiara Carrozza (Scuola Superiore Sant'Anna)

abstract: La conferenza affronterà il tema della sostituzione funzionale dell’arto superiore in pazienti amputati mediante impianto di protesi cibernetiche collegate al cervello del paziente. Il problema della sostituzione funzionale della mano è un problema antico perché storicamente l’uomo ha sempre avuto la necessità di sostituire la mano persa a causa di incidenti civili o bellici, per questioni estetiche o per recuperare parte dell’autonomia personale e occupazionale. La soluzione più conosciuta e più utilizzata è il classico uncino in legno o in materiale metallico. La tecnologia per la sostituzione funzionale si è evoluta nel corso dei secoli fino agli anni più recenti, dove sono ancora i conflitti bellici e gli incidenti sul lavoro le cause più frequenti di amputazione di arto superiore. Nonostante i recenti progressi tecnologici, la sostituzione funzionale completa della mano è ancora un obiettivo scientifico, tecnico e clinico molto lontano dall’essere pienamente raggiunto. La mano umana ha diverse funzionalità, prima di tutto estetiche, poi motorie e percettive. La mano ci permette di raggiungere ed afferrare gli oggetti, di esplorarne e apprenderne proprietà e forma, di manipolare, di comunicare esprimendo gesti ed emozioni. La mano è fondamentale per l’autonomia personale, per poter lavorare e, in generale, per avere una qualità della vita sociale, personale e lavorativa soddisfacente. E’ molto difficile stabilire una graduatoria di priorità fra le funzioni della mano, l’importanza relativa fra di esse varia secondo le specificità del paziente, la sua cultura, la sua occupazione e le sue aspirazioni. Il grande sogno di chi si occupa di protesi cibernetiche è sviluppare una mano artificiale che consenta di recuperare tutte le funzionalità sopra menzionate, che si possono ottenere soltanto dotando la mano di destrezza e di percezione tattile e ripristinando la connessione fra mano e cervello attraverso l’impianto di una interfaccia neurale. L’interfaccia neurale è fondamentale perché è il mezzo che permette di trasmettere il comando motorio dal cervello alla mano e di stimolare la percezione propriocettiva ed esterocettiva del paziente che indossa la protesi. In altre parole, l’interfaccia neurale è l’elemento che permette al paziente di non sentire la protesi un semplice utensile bensì come una nuova mano perfettamente integrata con il proprio corpo. La conferenza illustrerà le problematiche scientifiche e tecniche incontrate nella progettazione di una mano artificiale che offra le stesse possibilità di percezione ed azione della mano umana, ripristinando la propriocezione e l’esterocezione e la ricca varietà di prese e di movimenti della mano umana. Verrà percorso il viaggio che attraverso numerosi progetti ed anni di studio ha portato ai recenti sviluppi delle protesi cibernetiche, un esempio di progetto integrato dove convergono conoscenze di neuroscienze, ingegneria, tecnologia e medicina per affrontare in maniera concorrente il grande sogno di connettere un artefatto robotico al cervello. L’esplorazione di questa frontiera della robotica ha il fine ultimo di permettere il comando volontario di mani artificiali non soltanto agli amputati ma anche a pazienti con disabilità motorie gravi agli arti superiori che hanno bisogno di assistenza personale per poter recuperare l’autonomia personale.


timetable:
Tue 6 Jun, 21:00 - 22:30, Aula Dini
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