abstract: Il regime fascista, oltre ad aver condizionato lo sviluppo della ricerca scientifica in Italia, ha segnato le vicende biografiche di molti matematici. Nella sua conferenza, Susanna Terracini accennerà all’esperienza di alcuni di loro (tra gli altri, Vito Volterra, Tullio Levi Civita, Gustavo Colonnetti, Lucio Lombardo Radice), leggendola però attraverso i ricordi di Vittorio Foa. Foa ha trascorso 8 anni in carcere, dal 1935 al 1943. Come molti di coloro che furono perseguitati dal fascismo e vennero privati della propria libertà, anche per Foa lo studio ha rappresentato uno strumento di resistenza al regime e la premessa alla costruzione della società futura. In questo impegno intellettuale, la matematica assumeva il ruolo chiave di "rompere la chiusura e arrivare a qualcos'altro". Anche grazie alla sua difficoltà, essa consentiva di evadere in un dominio di pensiero elevato, a cui i persecutori non avevano accesso. Inoltre, il suo carattere di universalità la poneva entro un contesto scientifico internazionale, che tentava di opporsi alla barbarie razzista e nazionalista. Non solo, ma attraverso il rigore del suo metodo, la matematica fungeva da antidoto demistificatore contro l'oppressione manipolatoria del regime.
Matematica e Liberazione